
SOSTENIBILITÀ E DURABILITÀ DEL PRODOTTO
Parametri a confronto
Si parla ormai molto di sostenibilità ma il fatto è che per nessun brand questa ha più voce in capitolo del merchandising.
Nel settore della moda di lusso la sostenibilità non sta fruttando; le dinamiche sono ampie, basti pensare alla pelle ricavata dai funghi, che non ha certamente ottenuto il successo che si aspettava, o all’aumento dei costi che comporta il nichel free – un esempio che evidenzia quanto si parli di sostenibilità e quanto paradossalmente non si riesca a stare dentro i limiti che le aziende si autoimpongono.
All’interno di questo contesto difficile dunque, la moda deve riporre l’attenzione alla sostenibilità soprattutto nei confronti della produzione e della durabilità. Il mondo della calzatura ha, per esempio, una durabilità bassa perché comporta il consumo; è quindi molto più attento alla sostenibilità che la pelletteria stessa, dove il prodotto viene consumato meno – è difficile trovare in circolazione un paio di scarpe degli anni ’60, mentre è assai probabile incontrare una borsa di quel periodo.
Durabilità ed esclusività sono un caposaldo del lusso ma i limiti autoimposti sulla sostenibilità non sono facili da rispettare all’interno di questo mondo. Un mondo che non può certamente essere messo a confronto con quello del fast fashion, che ha un’etica di prodotto completamente diversa. I parametri di sostenibilità utilizzati nel lusso non possono quindi essere gli stessi di quelli utilizzati nel fast fashion poiché quest’ultimo non comprende affatto il concetto di durabilità.
Si tratta dunque di una sfida per il mondo del lusso per la quale però vale la pena lottare. Il modo più giusto per farlo? Sicuramente attraverso la valorizzazione delle certificazioni di sostenibilità.
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